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Lucia Mauro’s New Documentary on St. Frances Xavier Cabrini: Truly a Saint of the People



Reviewed by Anna Clara Ionta

Professor of Italian, Department of Modern Languages & Literatures,

Loyola University Chicago


Anyone asking the question, “Who was St. Frances Xavier Cabrini?,” would find clear and comprehensive answers in Lucia Mauro’s 2017 documentary, Frances Xavier Cabrini: The People’s Saint. It’s also tempting, whenever illustrating the life and work of a holy woman, a saint – in fact the first American citizen saint canonized by Pope Pius XII in 1946 – to focus on the exalted nature of the subject...the adulation. But writer-director Lucia Mauro, to her credit, has chosen not to take that route. Instead, while still presenting Mother Cabrini’s deep spirituality and sanctity, she frames her subject in the raw reality of a woman helping and living alongside the needy, the sick, the outcasts, the marginalized.


Although Mother Cabrini’s birth was greeted by a rare and miraculous event – a flight of doves, a ritual still commemorated in her hometown of Sant’Angelo Lodigiano, Italy – the saint appears immediately as a concrete, determined, courageous, capable and tenacious woman committed to achieving her goals. The film weaves together testimonies and interviews, places and contexts related to her tireless act of founding 67 institutions – schools, orphanages, hospitals, novitiates – across three continents.


More than her physical presence, we see the land – the plains of Italy’s northern Lombardy region – and the religious and sociopolitical environment that shaped her vision to help the less fortunate. Water is a central image, including the Lombardian river where Mother Cabrini as a child sent paper boats filled with flowers to represent missionary sisters on their way to China. She crossed the ocean numerous time to care for the newly arrived Italian immigrants in America and to establish facilities around the globe. Mother Cabrini spent her final days in Chicago at Columbus Hospital, which she founded. She passed to eternal life there on December 22, 1917. The film carries the water image to an embracing aerial shot of Chicago’s Lake Michigan framing the now stand-alone National Shrine of St. Frances Xavier Cabrini, once the Chapel inside Columbus Hospital.


It’s clear that despite her fragile health, obstacles to realizing her goals, changes of plans and obedience within a hierarchy, Mother Cabrini was determined, courageous and resourceful in realizing her objectives. Her message and heritage live today in the people living her message – many of them interviewed in the film. St. Frances Xavier Cabrini is the Patroness of Immigrants, and the final section of the documentary presents thriving immigrant communities from around the world. Her work is highly relevant for our own times.


The soundtrack composed by Enzo De Rosa wisely comments on the events of Mother Cabrini’s life – it is integral to the film’s narration and expression. The notes alternate between lyrical and mystical, as well as contemporary – symbolizing St. Frances Xavier Cabrini’s holiness but also her tangibility and pragmatic and very real presence among all people.


The final image, which starts from the nucleus of the Chapel of the National Shrine in Chicago and widens into an aerial shot revealing a panorama of the city and of Lake Michigan, metaphorically renders the idea of the infinite illumination of the example and of the need of St. Frances Xavier Cabrini in our world. ###


Il nuovo documentario su Santa Cabrini di Lucia Mauro: Una vera

santa del popolo

di Anna Clara Ionta

Professoressa della lingua italiana, Loyola University Chicago


Se qualcuno rivolgesse la domanda “Chi era Santa Francesca Saverio Cabrini?”, troverebbe risposte chiare e informazioni esaurienti guardando il filmato “ Francesca Saverio Cabrini, la santa del Popolo”, diretto dalla regista Lucia Mauro nel 2017.


Illustrare la vita e le opere di un santo o di una santa può comportare il rischio di cadere nella pura agiografia, un racconto fondamentalmente basato su fatti biografici, comportamenti e azioni di stretta morale cristiana di una persona dallo spirito caritatevole, dalla totale abnegazione e da una vita ricca di eventi che presagiscono il suo destino verso la beatificazione e la canonizzazione, come se costui o costei abbia vissuto sin dal principio circondato dall’aureola luminosa della santità.


Contrariamente a ciò, nel suo filmato Lucia Mauro riesce a inquadrare la figura esemplare di Francesca Cabrini nella cruda realtà dell’esperienza di chi vuole essere vicino ai bisognosi, ai malati, ai reietti, agli emarginati. Benché la sua nascita sia stata salutata da un evento di per sé raro e forse miracoloso – un volo di colombe che vediamo nel filmato nella rievocazione che si tiene ancora oggi nel suo paese di origine -, Francesca appare subito una donna concreta, determinata, coraggiosa, capace e tenacemente impegnata a raggiungere e realizzare i suoi obiettivi.


Il filmato intercala immagini ricostruttive della sua infanzia, testimonianze e interviste, luoghi e contesti legati alla sua indefessa azione di fondatrice di scuole, orfanotrofi, ospedali, centri religiosi sparsi su tre continenti. Più che la sua presenza fisica, parlano di lei le immagini dei luoghi d’origine e poi di seguito frequentati per il mondo: la casa nel paese natio di Sant’ Angelo Lodigiano, la piatta campagna della pianura Padana, le acque del fiume Lambro, immagini poi abbinate specularmente alla vastità del Lago Michigan, al paesaggio urbano di Chicago, al santuario a lei dedicato nel luogo del vecchio Columbus Hospital da lei stessa fondato in quella città. E soprattutto parla di Francesca Cabrini il retaggio ancor oggi vivo e presente di principi e valori nati dal suo concreto esempio di vita, dalla sua coraggiosa e ammirevole intraprendenza pur appartenendo al genere che ancora in quegli anni subiva negazione di diritti, obbligo all’obbedienza e subordinazione alle gerarchie maschili sia nella società civile che nella realtà ecclesiale. Il filmato rende efficacemente tale situazione tramite testimonianze dirette di volontari, religiose e persone comuni che oggi come allora vivono e seguono l’esempio di Francesca Cabrini e mostrano la stessa esigenza di integrazione, di avanzamento sociale e culturale, di inclusione tra gli immigrati di nuova generazione, quell’esigenza che Francesca Cabrini aveva ben individuata e affrontata con coraggio e tenacia sin dal lontano inizio del XX secolo in terre e lingue che non le erano inizialmente familiari.


La colonna sonora composta da Enzo De Rosa commenta sapientemente le sequenze e le testimonianze del filmato e ne è parte integrante, intensa ed espressiva. Le note si alternano da un lirismo musicale di ispirazione quasi mistica - a significare la profondità della sincera vocazione di Francesca Cabrini - a uno sviluppo più dialettico e complesso- a significare lo sviluppo delle vicende della vita della Santa- fino ai suoni naturali in presa diretta dei luoghi natii - a significare la concretezza delle sue origini e allo stesso tempo il lato tangibile e pragmatico della sua vocazione, la sua reale presenza tra la gente.


Le immagini finali del filmato che partono dal nucleo della cappella del santuario a Chicago e si allargano in un’inquadratura aerea in campo lunghissimo sul panorama della città e del lago Michigan rendono metaforicamente l’idea dell’irradiamento infinito e inarrestabile dell’esempio e del bisogno di una Francesca Cabrini nel nostro mondo. ###

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